febbraio 22, 2012

Stevia Rebaudiana








La Stevia è conosciuta da molti popoli dell'area geografica Sud-Americana da diversi millenni, oltre che per il potere dolcificante delle sue foglie, anche per le proprietà medicinali, infatti è stata correntemente usata da secoli dai popoli indigeni del sud America per le sue doti curative, ed è usata ancora oggi.

Si tratta di un dolcificante 400 volte più potente rispetto allo zucchero, richiedendo in questo modo quantità molto minori di prodotto.
Viene estratto dalle foglie di Stevia Rebaudiana Bertoni e il dolcificante prodotto viene già utilizzato da tempo negli USA e in molti altri Paesi.
Se ne comincia a parlare in questo momento, perchè?
Di recente, il Comitato Permanente della Commissione europea ha approvato il regolamento degli estratti di stevia utilizzato come dolcificante.
Sarà dunque possibile in Europa la commercializzazione di prodotti contenenti stevia.

Si tratta di una valida alternativa allo zucchero, ma con un minore tasso di glucosio e calorie.
Una bustina di stevia, utile a dolcificare una tazza di latte o di the, apporta zero calorie, mentre una zolletta di zucchero ne conta venti.

Diversamente da alcuni tipi di dolcificanti sintetici, molto utilizzati, la stevia resiste alle alte temperature e non subisce modificazioni durante la cottura o una volta miscelata con caffé o the bollente.

La Stevia, quindi, permette di dimagrire ma allo stesso tempo contrastare patologie come l’ipertensione, il diabete mellito, i disturbi cardiovascolari ed è inoltre utilizzato in caso di intolleranza al glucosio, come antiossidante e come prevenzione della carie.


in Italia e in Europa...
Nel 1999 la Commissione sugli Additivi nei Cibi del WHO (World Healt Organization), e il Comitato Scientifico per gli Alimenti dell'Unione Europea, riesamina i dati disponibili sullo stevioside e decide che non è accettabile come dolcificante.
Successivamente, il 22 febbraio del 2000 la Commissione Europea, seguendo le opinioni del Comitato Scientifico per gli Alimenti - SCF, confermando la precedente decisione del 1999, ha deciso che la Stevia Rebaudiana (pianta ed estratti secchi) non può essere inserita nel mercato comunitario come alimento o come semplice ingrediente.
Poi la svolta:
MERISANT - Il Comitato permanente della Commissione europea (Direzione generale Salute e tutela dei consumatori) ha votato l'approvazione del regolamento degli estratti di Stevia (glicosidi steviolici) da usare come dolcificante a livello europeo, con l' autorizzazione definitiva prevista per l'inizio del novembre di quest'anno.

La notizia è di grande importanza per Merisant. Il leader mondiale nel settore dei dolcificanti, infatti, possiede un ricco patrimonio di ricerca e di investimenti riguardanti lo sviluppo per perfezionare l'applicazione degli estratti di Stevia negli edulcoranti. Il potenziale di estratti di Stevia come dolcificante è significativo, poiché il suo potere dolcificante è naturalmente da 200 a 300 volte superiore a quello dello zucchero.


Per chi di voi avesse voglia di coltivarne qualche pianta può farsi spedire direttamente dal LAVANDETO di ASSISI

http://sites.google.com/site/illavandeto/

Il mio pensiero in merito è che forse la vita sarebbe più facile se tutto non fosse ridotto al vile denaro.

febbraio 21, 2012

IL Cardo Mariano



IL CARDO MARIANO è per me una pianta alimento fantastico.
Questo che si sta avvicinando è proprio il momento adatto per pensare di cominciare ad usarlo.
La primavera è infatti il momento più idoneo per decidersi di depurarsi e disintossicarsi e niente, più è potente ed efficace del cardo mariano


Il cardo mariano godeva ,un tempo, di molta stima nella medicina popolare, stima che è andata via via sfumando ingiustificatamente.

La pianta, infatti è ricca di virtù terapeutiche che la rendono preziosa in particolare nelle disfunzioni epatiche.
Ha infatti una lunga storia nella medicina popolare come tonico per il fegato.

L' estratto di cardo mariano è usato per migliorare la funzione epatica, proteggere contro i danni al fegato e accelerare la rigenerazione delle cellule epatiche danneggiate.
Studi clinici hanno confermato l'utilità di estratti standardizzati di cardo mariano in casi di intossicazione del fegato, cirrosi, e altre malattie croniche del fegato relative all'abuso di alcool

Questi fitoestrogeni, regolano la produzione ormonale femminile, il cui equilibrio è fondamentale per il benessere generale della donna.

Può avere un blando effetto lassativo dovuto alla stimolazione della cistifellea, ma questo effetto dura solo due o tre giorni e poi scompare.

IN CUCINA:

e' un erba da usare in insalate e come verdura cotta (ha un sapore simile agli spinaci)
In passato era spesso coltivato nei giardini,ed erano belli e maestosi.

I gambi possono essere mangiati e sono saporiti e nutrienti,goduti in pinzimmoni o lessati.


Le foglie tenere possono essere mangiate in insalata e sono quelle che dopo che sono state spinate danno ,essendo crude i migliori benefici.

Madre natura mette a nostra disposizione tante sostanze benefiche contenute nelle erbe che l'uomo oggi purtroppo non conosce più, poi invece con tanta naturalezza si abbandona e abbonda in farmaci chimici...ogni pianta contiene al suo interno un universo di sostanze anche difficili da catalogare ma che interagiscono con tutto il nostro organismo ...il farmaco solitamente contiene un solo principio attivo.....e va a curare un singolo organo o sintomo.
Dimentichiamo troppo spesso che la malattia è causata una sommatoria di problematiche e non da una cosa sola componente.
Trovo assolutamente fantastico andare per campi e boschi ad attingere alla mia farmacia personale......non dimenticando che parlando di una vera e propria 'farmacia' prima di qualsiasi cosa ,importante, è l'informazione su cosa raccolgo e su come la uso......

Guardatevi intorno .....laura

Se si concede alla natura nulla di più dello stretto indispensabile, la vita dell'uomo vale meno di quella di una bestia. William Shakespeare

febbraio 04, 2012

Coviglia Napoletana

La prima volta che ho assaggiato la 'Coviglia' è stato a casa di un deliziosissimo "Signore Campano"che abita nella mia terra d'Umbria.

Ho una grande passione per i dolci ma non mi piacciono le cose troppo elaborate.

Scoprire la Coviglia è stato amore a prima vista.

La Coviglia è un gelato semifreddo di produzione artigianale tipico della pasticceria tradizionale napoletana.
Antico semifreddo di una volta oggi un pò in disuso che non mancava mai nelle feste raffinate e nelle cerimonie.
È descritta persino, da Matilde Serao nel libro 'Paese di Cuccugna'.
Ho cercato molto su internet ma niente vagamente somigliava al ricordo del mio dolce.

Poi molto sfacciatamente , mi sono decisa a chiedere la ricetta.
Sfacciatamente si ma poi neanche cosi tanto ..diciamo che ,prima, ho trovato un mandante che, ha aperto ,il varco per me. ;)

Questa ricetta è preziosissima perchè molto 'vecchia'.
Apparteneva infatti alla nonna di Francesco (delizioso signore campano) da sempre, ed era scritta in un meraviglioso quaderno di quelli che ormai non si vedono più...che solo a guardarlo faceva sognare e raccontava una lunga storia di famiglia.

Sembrava quasi un'intrusione la mia , uno spiare dalla finestra.

La disponibilità e la generosità nel concedermi questa ricetta invece mi ha tranquillizzata.
Possedevo ora qualcosa di veramente unico.

Devo dire che ho rifatto la Coviglia ma il primo incontro era stato archiviato nei miei ricordi come qualcosa di veramente sorprendente e irripetibile.

La Coviglia che avevo fatto io non era sicuramente buona come quella assaggiata in casa di Francesco.

Io credo che ognuno di noi nasca con un talento.
Un talento, che ha un senso, solo se condiviso,in poche parole quella è la sua funzione ,che venga esteso anche e sopratutto ad altri..
...nel mio lavoro invece mi sono resa conto che difficilmente e con tanta poca grazia qualcuno ti racconta una ricetta, si meraviglia invece se gli ne fai dono ancora prima che te la chieda.
Sembra che intorno ad una sola ricetta ci ruoti tutto un mondo e che concedendola a qualcuno si perdano i 'SUPERPOTERI'.... come Sansone che perse i suoi con il taglio dei capelli!!!

La mia non vuole essere una polemica ,solo considerare che quando si assaggia un piatto tante sono le componenti che ci ruotano intorno;
oltre al come è stato cucinato, gioca un ruolo importante il nostro stato d'animo del momento; decisivo, con chi lo consumiamo e la location dove tutto ciò avviene.
La nostra percezione del TUTTO , cambiando qualche variabile, ogni volta ci dice qualcosa di diverso.

La Coviglia che avevo assaggiata io....era sublime perchè cucinata da Chi lo faceva da un tempo lungo una vita, in una casa piena di storia e con Amici che sapevano apprezzare.

Tutto al posto giusto nel momento giusto


Avere questa ricetta era per me il ricordo indelebile di una giornata perfetta.

ci servono:

4 tuorli
3 chiare d'uovo
240 gr di zucchero
350 gr di panna montata
vaniglia in polvere

2 cucchiai di Rum

Esecuzione

Separo gli albumi dai tuorli.
Monto i tuorli con metà zucchero a lungo,
affinchè siano completamente bianchi e spumosi.

Monto gli albumi a neve al punto che capovolgendo la ciotola il composto resti ben attaccato alle pareti e non si muova.
Monto anche la panna ben ferma.
Aggiungo il rum e la vaniglia allo zabaione.
Amalgamo la panna allo zabaione girando dal basso verso l'alto per non smontarla, infine aggiungo gli albumi.
Quando tutto il composto è omogeneo,riempio delle tazze o dei bicchieri e conserverò in congelatore almeno fino al giorno dopo..
La coviglia classica può essere degustata anche al caffe alle nocciole al cioccolato e altri gusti a piacere.
Io ho una grande passione per il latte e per il suo colore; il bianco mi piace molto quindi avere di fronte un dolce completamente bianco già mi invoglia....però da poco mi è piaciuto aggiungere alla Coviglia un pò di Zenzero sciroppato..Intrigante il binomio.......morbido e piccante al solito ,combinazione vincente.

Non avevo sottofondo questa sera a tenermi compagnia...solo il suono della mia stufa a legna...
Chissà se sarà stata la fredda neve bianca caduta in questi primi giorni di Febbraio a rimandare il ricordo della Coviglia alla memoria?

febbraio 01, 2012

Pasta alla Carbonara



Le cose più belle e più buone, sono di solito quelle che ricorrono e che fedelmente ci accompagnano quotidianamente.
Sembra senza tempo e senza stagioni, la pasta che oggi voglio raccontare...

Questa è la mia ricetta personale senza grandi varianti solo qualche piccola
digressione non di gusto chiaramente....

OCCORRENTE per 4 persone

400 gr di Spaghetti Quadrati SELEZIONE di BIANCONI 1947
200 gr. di guanciale
2 tuorli e un uovo intero
pepe a piacere...meglio un pò di più
50 gr parmigiano reggiano
50 gr pecorino
2 cucchiai di miele
3 cucchiai di panna liquida
2 rametti di maggiorana
sale,olioextravergine


ESECUZIONE

Intanto che bolle la pasta,taglio a listarelle il guanciale e lo faccio soffriggere con poco olio extravergine di oliva.

In una ciotola sbatto le uova con le foglioline di maggiorana , il pepe ,un pizzico di sale, la panna fresca e il pecorino.
Lo spaghetto che mi piace usare molto è quello quadrato 'SELEZIONE' di pasta BIANCONI 1947 una delle ultime aziende di pasta umbre che fa un ottimo prodotto.
Lo spaghetto è molto rustico trafilato a bronzo, tiene la cottura al massimo e raccoglie molto bene il sugo al quale da risalto ...provate a farlo aio e oio per sentire veramente quanto vale.

Appena la pasta è al dente la scolo , la passo in padella la salto con il guanciale e il parmigiano, aggiungo se necessario un filo d'olio.

Spengo il fuoco e aggiungo l'amalgama di uova ,mescolo finchè la crema non si rapprende un pò, tanto però da rimanere morbida.

Servo la pasta ben calda con altro parmigiano, pepe...e il cucchiaio di miele ammorbidito.... a filo....

E qui un bel bicchiere di ROSSO DI MONTEFALCO non ce lo toglie nessuno...tanto in Umbria nevica...restiamo a casa .....davanti al caminetto...buona serata!!!

pianta del pepe
pepe in grani

La Natura è meravigliosa!!
Che Universo intero in un piccolo grano di pepe...
Una curiosità...le contadine in campagna ,quando nascevano pulcini o le faraone e qualcuno tra loro sembrava un pò, deboluccio gli imboccavano 7 grani di pepe per renderlo più forte...incredibile no???



PEPE

Indicazione
Digestione lenta, ipocloridria, inappetenza, affezioni respiratorie catarrali, cefalea, parassitosi intestinale, sovrappeso,febbre intermittente, riniti, influenza.

Caratteristiche terapeutiche generali
Il pepe nero è originario del Malabar, una regione della costa occidentale del sud dell’India, attualmente facente parte dello stato del Kerala. In Occidente, è più noto come spezia da condimento che come fitoterapico. In India è anche considerato un potente digestivo in grado di bruciare le tossine accumulate (ama) e liberare il canale alimentare. È un buon rimedio dopo l’ingestione di cibi “freddi”, come i cetrioli, i vegetali e i cibi crudi in generale. Stimola gli enzimi digestivi, l’appetito e favorisce il buon funzionamento del tratto gastrointestinale senza provocare fenomeni di irritazione. Combatte il meteorismo, le coliche e la diarrea. Si crede che il regolare consumo di pepe nero renda l’intestino inospitale ai parassiti. A conferma di questa indicazione, si è visto che estratti di pepe nero hanno in vitro proprietà antielmintiche indirizzate soprattutto verso i cestodi.
Ha un’azione riscaldante e asciugante, utile nel caso di ascessi cutanei (uso topico), di cui provoca la maturazione, e di catarri delle vie respiratorie, di cui facilita l’eliminazione. A livello delle vie respiratorie, la notevole azione espettorante (associare il miele) è potenziata da quella antisettica (dovuta al contenuto di olio essenziale). È un rimedio nella congestione dei seni paranasali e nella cefalea. La proprietà “asciugante” si traduce sul piano metabolico anche come leggera azione catabolica, che facilita la riduzione del tessuto adiposo


Controindicazioni e interazioni farmacologiche
Alle dosi terapeutiche, il pepe nero non ha nessun effetto secondario. È controindicato nei soggetti sofferenti di infiammazioni e di ulcere gastrointestinali. A dosaggi eccessivi, può provocare convulsioni, ematuria, ed essere abortivo. Dosi pari a 12,5-50,0 mg/kg di piperina si sono dimostrate abortive (topi). Aumenta la permeabilità delle cellule intestinali (in vitro). Ha mostrato di aumentare l’assorbimento intestinale o la concentrazione ematica di alcuni farmaci (fenitoina, propanololo, teofillina, rifampicina, sulfadiazide, tetraciclina e fenobarbitale (uomo e animali).




VIVERE LA VITA di Alessandro mannarino è la musica che ora suona qui da me