ottobre 19, 2011

MOSTACCIOLI

 INGREDIENTI

- 250 grammi di mandorle
- 1 etto e 25 grammi di miele
- due albumi
- una presa di pepe
- una presa di cannella
- 1 etto e mezzo di farina.



 La storia narra che San Francesco adorasse questi biscottini e che li chiese anche prima di morire ,alla clarissa che solitamente li preparava.



Preparazione


Mettere a bollire in un pentolino un po' d'acqua, tanta da contenere le mandorle che butteremo dentro per spellarle poi con facilità , quando bollirà, spegnere subito e coprire con un coperchio.
Dopo qualche minuto tirare fuori le mandorle un po' alla volta, sbucciandole.
Frullare le mandorle insieme al miele, gli albumi, il pepe, la cannella.
Quando il tutto sarà diventato una pasta omogenea, versarlo sulla spianatoia e aggiungiungere la farina, fino a ottenere una pa­sta piuttosto consisten­te.
Stendendere questa pasta con il mattarello e farne tante listerelle di circa 4 centimetri .
Ungere leggermente una teglia e infarinarla, scuotendo via l'eccesso di farina. Sulla teglia adagiare i biscotti lasciando un po' di spazio tra l'uno e l'altro.
Cuocere a 170 per circa 20 mi­nuti.
Prima di togliere i biscotti dalla teglia aspettare che siano freddi e rassodati.



Vicino al fuoco con un bicchierino di Sagrantino di Montefalco Passito MELANTO di cantina terre della Custodia



ottobre 06, 2011

LIEVITO MADRE

Per dare una continuità all'ultimo articolo,questa volta racconto un pò del lievito madre.
Se ne parla ormai tantissimo, sembra quasi una moda, io preferisco pensare che alla fine l'uomo rigenera sempre se stesso e quindi senza perdere il contatto con il progresso e il fast, non vuole però perdere quelle che sono le sue radici , la sua autenticità,  la genuinità e il gusto.
Ci sono famiglie che si tramandano da infinite generazioni  questa misteriosa creatura.




Ricetta delle Sorelle Simili:
  • 200 gr di farina....(io preferisco quella BIO)
  • 90 gr di acqua
  • 1 cucchiaio di olio
  • 1 cucchiaio di miele

Come si procede:

Impastare tutti gli ingredienti a mano .
Mettere poi questo panetto in un contenitore con coperchio e lasciare riposare l’impasto ad una temperatura di circa 22-25° per due giorni.

Una volta trascorsi i due giorni osservate l’impasto: dovrebbe essere raddoppiato di volume ed avere un profumo acido di lievito.

Quindi, rinfrescare l’impasto: prendere 100 gr dell’impasto ed aggiungervi 100 gr di farina e 45 gr di acqua Mescolare bene e richiudere il contenitore.
Lasciare riposare altri due giorni.

Trascorsi questi due giorni rinfrescare nuovamente il lievito nello stesso modo: 100 gr di farina e 45 gr di acqua.
Questa volta però, porre in frigo l’impasto e riprenderlo dopo 5 giorni.

Trascorsi 5 giorni rinfrescare ancora allo stesso modo. Una volta fatta questa operazione altre due volte
(per un minino, dunque, di 15 giorni) si potrà utilizzare il lievito.

Quando utilizzate il lievito madre per panificare ne dovrete inserire circa un terzo rispetto alla farina, quantità che aumenta lievemente se utilizzate farine integrali che lievitano meno facilmente (oppure optare per tempi di lievitazione piu’ lunghi).
Quindi tutte le volte che avete bisogno del lievitò un pò ne togliete e rabboccate......del lievito madre veramente si può dire che sia un amore ....eterno ,perchè se accudito....come l'amore ,si trasforma ma non muore.....buon lavoro.......laura






IMPASTARE

Un vecchio spot recitava che contro il logorio della vita moderna : Cynar....oggi il logorio è aumentato e di certo non basta un amaro.......però c'è qualcosa di più valido, estremamente più rilassante e di gusto..una nuova ricerca afferma che"IMPASTARE "mette a tacere il cervello ...gli da una tregua ...come disse una volta un mio caro amico: i neuroni indossano le infradito...
Manipolare con le mani da sempre scarica le tensioni ..
quando frequentavamo l'asilo, tutti abbiamo adorato giocare con il pongo colorato , abbiamo modellato serpenti e pupazzetti.

Oggi come ieri possiamo continuare a giocare e a giovarci di questo splendido massaggio mentale.
Mentre ci occupiamo degli ingredienti e  poi piano li assembliamo, la nostra mente sposta il suo obiettivo dai nostri pensieri fissi, sulla nuova occupazione .
Impastare è un gesto rituale arcaico, vecchio quanto l'uomo ,mette in moto la nostra zona limbica,ci "riconnette"naturalmente .

Allora perchè non provare?

Ci saremo rilassati, avremo preparato qualcosa di buono e avremo stabilito una continuità tra l'uomo arcaico e quello moderno...
il quale ormai dovrebbe aver capito che :
La natura non si fa mai sorprendere in vestaglia.
" Leggi i commenti. Ralph Waldo Emerson